merino mattiuzzi

L'albero della vita

Merino Mattiuzzi

Merino Mattiuzzi è nato il 21 febbraio 1950 a Zoppè di Cadore (BL), dove risiede e lavora.
Autodidatta, da sempre appassionato di mineralogia, paleontologia e botanica, ha studiato a lungo gli alberi delle sue montagne e con essi ha instaurato da anni un rapporto particolare, improntato sul rispetto della loro “personalità”.
Negli anni, ha allestito diverse mostre delle sue opere e installazioni volte a rappresentare il bosco e il legno in tutte le loro sfaccettature, coinvolgendo gli spettatori per spingerli ad una profonda riflessione su come preservare e custodire gli alberi che ci circondano e ci proteggono.
Non vuole essere chiamato artista, bensì solamente “Custode del Bosco”.

L’ALBERO DELLA VITA
Sin dagli albori dell’umanità, l’albero è stato per l’uomo, dispensatore di vita.
Uomini e animali dipendono, da sempre, dal regno vegetale.
Eppure, nonostante quest’indispensabile convivenza, l’uomo si comporta in maniera totalmente incosciente, sentendosi padrone di tutto ciò che lo circonda, ignaro del male che arreca agli altri esseri viventi e quindi anche a se stesso.Accecato e stordito dalle moderne tecnologie, con la smania del possesso a tutti i costi, senza mai accontentarsi di nulla, ha perso il vero senso del vivere in comunione col suo ambiente naturale.
Le immense deforestazioni provocate dall’uomo in questi ultimi centinaia d’anni, accompagnate da enormi emissioni di gas serra, stanno provocando gravissimi cambiamenti climatici che, difficilmente, troveranno a breve una pronta inversione di rotta.
Ora se ne parla molto; governi a associazioni di persone responsabili in tutto il mondo prendono posizione per tentare di cambiare le cose e diminuire tutti quei fattori che incidono pesantemente sull’aumento di temperatura e sui conseguenti e disastrosi effetti sul clima mondiale.
Nonostante questa presa di coscienza collettiva i singoli individui non vogliono rinunciare all’attuale modo di vivere e di godersi le comodità che propone questa moderna società dei consumi.Ognuno pensa di non essere responsabile in prima persona di questi problemi, ma che debbano essere risolti da qualcun’altro, rimanendo così spettatori inermi di fronte a queste catastrofi climatiche prodotte dall’incuria umana.
I capi di stato di molte nazioni si sono riuniti per discutere di questi problemi e hanno deciso una data per diminuire le emissioni di gas e ridurre la temperatura del nostro pianeta.
A mio parere la data per iniziare a porre rimedio a tutto questo è troppo lontana nel tempo. Bisognerebbe iniziare da subito con decisioni molto drastiche, altrimenti sarà troppo tardi per salvare l’unica casa che condividiamo tutti e le future generazioni ne subiranno inevitabilmente le conseguenze.
In conclusione, tagliare anche un solo albero senza motivo, è rendersi complici della deforestazione e dei disastri ambientali che ne conseguono.
Ognuno di noi è tenuto, nel suo piccolo, ad un comportamento bio-responsabile e ad un grande rispetto per i nostri alberi, senza far finta di nulla o nascondersi dietro delle inutili scuse.
L a mia installazione “ L’Albero della Vita” vuole essere una piccola provocazione e stimolare ognuno di noi ad una riflessione osservando, al buio, le sezioni di varie specie di alberi incorniciate e appese alle pareti, come fossero cimeli importanti di specie ormai estinte.
In fondo però, lascio trasparire un po’ di luce e, nella desolazione di un cupo disastro ambientale, una piccola e solitaria foglia verde ci da speranza nel futuro e in un’umanità più consapevole.
Merino“Custode del Bosco”