TERESA FAGOTTO

Differente ripetizione

TERESA FAGOTTO

....È quindi con questa logica che leggeremo le opere di Teresa Fagotto. Ella, infatti, si è trovata, in questi ultimi decenni, a dialogare e a confrontarsi con un sistema linguistico dell'arte che non è più relegato nei suoi contorni ben definiti dalle tipologie linguistico– espressive, come lo era almeno fino alle Avanguardie Storiche. La creatività di Fagotto si è misurata, nel suo consolidarsi, con un costante cambiamento dei paradigmi artistici. Le sue prime esperienze, infatti, sono maturate in un ambito dialettico e di confronto linguistico; ne è un esempio il ciclo Riflessi, ad esempio, nel quale l'alternanza tra fotografia e pittura, ha portato l'artista a interpretare la particolare tematica relativa al movimento della luce riflessa. Se come fotografa lo scopo era di raccogliere immediate e momentanee sensazioni ed emozioni, come pittrice ha superato l'idea di immediatezza, per sostituirla con la riflessione, la progettazione dei possibili effetti della luce e, soprattutto, si è estraniata dal fattore tempo. Questo ciclo ci dà dunque la ragione della pittura di Fagotto. Il processo di maturazione degli stili guarda dunque alle esperienze
di cui si è sufficientemente parlato sopra, nella consapevolezza che l'arte non ha un solo linguaggio, ma costruisce elabora ed
esprime, con una grammatica complessa, emozioni personali. L'evoluzione pittorica di Fagotto ha così portato ad una pittura
che evidenzia essenzialmente due aspetti tra loro inscindibili. Si tratta dunque di leggere le sue opere sia sotto l'aspetto dell'interpretazione
della realtà e nel contempo di cogliere un'espressività segnica e cromatica del tutto personale. Ciò lo si nota sia nelle opere astratte, sia nelle pitture di denuncia sociale. È il caso delle raffigurazioni delle barche, stipiate di migranti, che attraversano il mare. Queste opere esprimono una grande drammaticità a seguito di una pittura immediata e imprecisa nei contorni e da un colorismo soffuso, che rende efficace la tragicità dell'evento. È una narrazione triste, alternata e delimitata dai bagliori dei volti disperati delle persone, come pure dall'irraggiungibile faro spento, quale simbolo di una speranza perduta o privazione di una meta. Un'umanità che si esprime mediante la raffigurazione di un'Italia colorata da tante bandiere, come a rappresentare l'universalità del nostro paese come pure e i sentimenti di accoglienza, di condivisione di culture di tutto il mondo. Le novità però dell'operare di Fagotto si trovano pure in alcune recenti composizioni plastiche di tipo astratto-geometrico. Un
nuovo ciclo distante dalla raffigurazione della natura, da una realtà sociale, dalle rappresentazioni segnico-gestuali ed emotivoesistenziale. Le nuove ricerche sono strutturate nella logica delle possibilità formali. Attraverso un "gioco" di composizioni cromatiche e movimenti geometrici, Fagotto crea fantasiose immagini. Un gioco che porta il singolo spettatore a seguire dinamiche diverse, dettate dalla scelta degli elementi compositivi e del loro cromatismo. Così ogni forma-colore rappresenta una costante fisica che diventa misurabile in quanto oggettiva, mentre ogni sua interpretazione segue invece il mutamento fenomenologico delle varie composizioni cromatiche. In tal modo la quantità delle stesse genera la qualità della sua percezione, poiché sarà diversa a
seconda dei gradi di sensibilità dello spettatore. Questo rende ogni singola opera sempre diversa, sempre mutevole nel tempo,
poiché l'unità plastica risiede proprio nell'alternanza dei colori, dei materiali e delle figure generate all'interno delle combinazioni
possibili. Quasi un sistema binario nel quale si alternano positivo e negativo, nero e bianco, rosso e nero, bianco e rosso,
bianco e blu ecc. In altre a prevalere è invece un percorso armonico cromaticamente disegnato o la sommatoria razionale dei colori. Ogni opera, per quanto somigliante ad altre, è sempre autonoma e unica e mai seriale; e l'originalità del suo aspetto fenomenologico sta nella mutevole disposizione degli elementi che la costituiscono.
La plasticità è dunque ri-prodotta attraverso immagini discontinue e
mobili nello spazio ristretto e delimitato dal contenitore.
Il formato è però estendibile e comprimibile nello stesso tempo, dato
che le stesse grandezze sono tante quante le stesse distanze soggettive tra l'occhio e l'opera. Forma e colore, sono dunque le due nozioni che distinguono il linguaggio plastico, poiché ogni forma è substrato di colore, e ogni colore è attributo ad una forma; forma e colore concorrono, nelle opere di Fagotto, a dare unità plastica, in quanto prima misura creativa e poi quale primo test di sensibilità da parte dello spettatore. Il percorso creativo di Fagotto, come abbiamo visto, non privilegia dunque una forma espressiva, ma, come le sue opere dimostrano, è un susseguirsi di tematiche interpretate in quel costante dialogo tra pensiero, linguaggio ed effetto artistico.diego a. collovini
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